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Moderador del foro: unica723  
Azrath-11 - The Shrine ov all Hallucination (2011)
AntonioSamhainFecha: Jueves, 2011-09-22, 3:10 PM | Mensaje # 1
EsparaelMetalTeaM
Grupo: Usuarios
Mensajes: 1482
Reputación: 47
Estatus: Offline


Banda: Azrath-11
Album: The Shrine ov all Hallucination
Año: 2011
Género: Avantgarde Black/Death Metal



Tracklist:
01- Even The Gods Can Deny Our Solemnity (Intro) 1:04
02- Ov Stormblades And Waracle 6:43
03- Imposing My Will 6:59
04- Anti 5:49
05- Aeonic Mouth Ov Prophecy (Intermezzo) 0:55
06- Under The Third Moon Oracle 5:40
07- The Omnipotent Paradigm 5:12
08- Where Memories Fade To Tragedies 6:08
09- ...And Reclaim The Voice Ov The Ancients... 1:54
10- In Imperial Remembrance 7:43
11- The Shrine Ov All Hallucinations 5:28
12- Humanitas Detestabilis 5:17
13- Trails To NothingnessThe Epilogue 3:16

Accesible sólo a usuarios



Banda:

Asmodevs Draco Dvx: Vocals, Drums, Synth, Samples, Acoustic And Add Guitars
Dioskovroi Deimos Faol: Bass
Siderevs Ocvlvs Mvndi: Guitars

Il disco di debutto degli Azrath-11 arriva inaspettatamente nel panorama underground italico. Nel complesso non è eccellente, ma in ogni caso è ben suonato, veloce e ficcante quanto basta; se non fosse stato per la gran varietà di brani (e tutto ciò che ne consegue) presenti nel cd, il sound sarebbe risultato quasi datato/plastificato, e a lungo andare avrebbe contribuito a farlo volare dalla finestra. In parte i brani presentano uno scheletro ben strutturato, sebbene a volte siano eccessivamente lunghi, andando così a rappresentare un mero esercizio di stile, e soprattutto velocità visto che il batterista degli Azrath-11 si diverte non poco ad andare di blast e passaggi molto tecnici. Palese l'influenza di una band come i Belphegor, discreta la performance dello stesso batterista al microfono (visto che è difficile replicare quel malato di Mike Browning, la band si presenta ovviamente sul palco con una formazione più estesa). Alla luce del contesto in cui ci si trova molte sono anche le ritmiche tirate e allo stesso tempo epiche e malsane, come il ritmo marziale della titletrack e "In Imperial Remembrance". In definitiva, un disco a cui possiamo dare una possibilità vista l'ampia gamma di miglioramento, magari arrivando più al sodo e lasciando più spazio al lato brutale della loro musica: hanno tanta grinta e idee.

Buona prima prova.



 
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